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Scienza e Ricerca

Delegazione UPO in visita al CERN per rafforzare la collaborazione internazionale

Tra le peculiarità del CERN spicca la collaborazione internazionale, che rende questo luogo un crocevia di idee e scoperte rivoluzionarie: questo è il caso di alcuni ricercatori dell'Università del Piemonte Orientale che, dedicano parte del loro tempo e delle loro energie nel più grande laboratorio mondiale di fisica delle particelle.

Di Riccardo Rubis Passoni

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Le professoresse Chiocchetti (sinistra) e Rimondini (destra) al CERN
Le professoresse Chiocchetti (sinistra) e Rimondini (destra) al CERN

Il 6 e 7 febbraio, una delegazione interdipartimentale di docenti dell'Università del Piemonte Orientale ha visitato il CERN di Ginevra. Hanno preso parte a questa iniziativa la professoressa Annalisa Chiocchetti, ordinaria di Patologia generale presso il DISS, la professoressa Lia Rimondini, ordinaria di Scienze tecniche mediche e chirurgiche avanzate presso il DISS, il professor Michele Arneodo, ordinario di Fisica per le scienze della vita, l'ambiente e i beni culturali presso il DISS, la professoressa Marta Ruspa, associata di Fisica per le scienze della vita, l'ambiente e i beni culturali presso il DISS, e la professoressa Roberta Arcidiacono, associata di Fisica sperimentale delle interazioni fondamentali e applicazioni presso il Dipartimento di Scienze del farmaco. A questa esperienza, hanno partecipato anche studentesse e studenti UPO nell'ambito del progetto Free Mover.

La visita ha permesso di accedere a a due esperimenti cruciali che vedono la partecipazione dell'UPO: CMS e ALICE.

I fisici italiani hanno avuto un ruolo chiave nella progettazione e costruzione di alcuni dei rivelatori installati nel Large Hadron Collider (LHC), un anello sotterraneo di 27 km dove le particelle vengono accelerate e fatte collidere a velocità prossime a quella della luce. «Tra le ricerche più rilevanti – spiega la professoressa Chiocchetti – vi sono quelle sulla supersimmetria, una teoria che ipotizza l'esistenza di particelle che potrebbero spiegare la materia oscura, la sostanza invisibile che costituisce il 25% dell'universo. La fisica moderna si basa su quattro forze fondamentali: gravità, elettromagnetismo, forza nucleare forte e forza nucleare debole. Tuttavia, le anomalie osservate in alcuni esperimenti suggeriscono l’esistenza di una quinta forza, che potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione dell'universo». Gli esperimenti CMS e ATLAS stanno conducendo studi approfonditi per individuare le possibili manifestazioni di questa materia nei dati raccolti dalle collisioni. La visita della professoressa Chiocchetti, guidata dal professori Luciano Ramello e Mario Sitta, rispettivamente ordinario e associato di Fisica sperimentale delle interazioni fondamentali e applicazioni presso il Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica, ha incluso l'esplorazione dell'esperimento ALICE, dedicato allo studio delle collisioni di ioni pesanti per comprendere il quark-gluon plasma, lo stato della materia esistente subito dopo il Big Bang. Guidata dalla professoressa Arcidiacono, invece, la professoressa Chiocchetti ha visitato CMS, un esperimento cardine per l'identificazione del bosone di Higgs, la particella che conferisce massa alle altre particelle.

«Due sono gli aspetti – ha concluso la professoressa Chiocchetti – che colpiscono di questa visita: il primo è che al CERN, i dati non sono solo informazioni, ma un patrimonio condiviso. Scienziati da tutto il mondo collaborano in un ambiente aperto, dove il lavoro di tutti conta allo stesso modo e dove le scoperte appartengono a tutti. La ricerca della conoscenza non conosce confini e ogni progresso nasce dall’impegno collettivo, dalla curiosità e dalla volontà di ampliare la comprensione dell’universo. Il secondo è che gli scienziati possono captare particelle nuove solo se hanno costruito un rivelatore in grado di catturarle. Tutto qui bisbiglia che la scienza non è solo uno sforzo di calcolo, ma anche di immaginazione, una continua interazione tra intuizione e metodo. Il vuoto non è solo vuoto, se c’è chi immagina cosa potrebbe abitarlo. Quello del CERN è decisamente un vuoto che riempie».

[Nella foto: i professori e le professoresse Mario Sitta (DISIT), Marta Ruspa (DISS), Luciano Ramello (DISIT), Annalisa Chiocchetti (DISS), Daniele Panzieri (DISIT), Roberta Arcidiacono (DSF), Lia Rimondini (DISS), Michele Arneodo (DISS)]

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La delegazione al CERN

La delegazione al CERN.jpg La delegazione al CERN

    Ultima modifica 26 Febbraio 2025

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