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Anticorpi monoclonali: l’OMS vara il nuovo sistema internazionale di nomenclatura per una maggiore sicurezza dei pazienti

Il professor Menico Rizzi (DSF) è tra gli esperti che ha ridefinito il sistema INN (International Nonproprietary Name) per gli anticorpi monoclonali per la World Health Organization

Di Leonardo D'Amico

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Anticorpi monoclonali: l’OMS vara il nuovo sistema internazionale di nomenclatura
Anticorpi monoclonali: l’OMS vara il nuovo sistema internazionale di nomenclatura

Gli anticorpi monoclonali costituiscono una classe farmaceutica in grado di produrre un enorme impatto nella cura di molte patologie; dai tumori, dove, per esempio, l’utilizzo del farmaco trastuzumab ha costituito una vera e propria rivoluzione nel trattamento del tumore al seno HER2/neu positivo, sino ad arrivare al recentissimo arrivo sul mercato di anticorpi monoclonali per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2.

La rapida diffusione di questi farmaci a livello globale ha spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso l’“International Nonproprietary Name (INN)”, a ridefinire il loro schema di nomenclatura, il sistema di catalogazione che li rende riconoscibili e omogenei in tutti i paesi del mondo, riducendo ulteriormente i rischi legati a errori di prescrizione. Strumenti e finalità di questo sforzo internazionale sono stati pubblicati su mAbs, la rivista scientifica che rappresenta il punto di riferimento internazionale in tema di anticorpi monoclonali, da un team di esperti afferenti al programma INN coordinati dalla dottoressa Raffaella Balocco della WHO e che comprende il professor Menico Rizzi, professore ordinario di Biochimica del Dipartimento di Scienze del farmaco dell’Università del Piemonte Orientale.

«L’obiettivo primario del sistema INN – spiega il professor Rizzi – è aumentare la sicurezza del paziente fornendo una chiave di lettura dei nomi e delle classi dei medicinali che si differenzia dal nome commerciale; è di dominio pubblico, è valido in ogni Paese del mondo e segue il farmaco per la sua intera vita. Ciò ha rilevanza sia per aumentare l’efficacia dei sistemi di farmacovigilanza, sia per ridurre errori di prescrizione anche per pazienti che si trovano a viaggiare all’estero, sia per ridurre la spesa sanitaria pubblica e, in generale, contribuisce a una comunicazione corretta tra gli operatori del settore.»

Questo sistema di gestione costituisce anche una componente importante nei sistemi di formazione a livello universitario in ambito sanitario e regolatorio: non a caso l’OMS ha istituito una Scuola a diffusione globale su questo tema, la SoINN (School of International Nonproprietary Names - sito ufficiale: https://extranet.who.int/soinn/) di cui l’Università del Piemonte Orientale è uno dei fondatori e il professor Rizzi uno dei componenti del comitato ordinatore.

Grazie agli straordinari avanzamenti della ricerca, quella degli anticorpi monoclonali costituisce una classe di farmaci in crescita esplosiva, così come lo è il loro impiego in diverse aree terapeutiche; impiego che sta diventando sempre più efficace, superando alcuni dei problemi iniziali sia in relazione agli effetti collaterali sia, soprattutto, alla grande variabilità della risposta fra i pazienti. Tale sviluppo tecnico-scientifico si riflette nel grande numero di richieste che giungono alla OMS per l’assegnazione del corrispondente INN (noto anche come DCI, Denominazione Comune Internazionale), che deve identificare in modo univoco il singolo farmaco, in questo caso il singolo anticorpo monoclonale.

Questa situazione ha reso necessario una radicale cambiamento del precedente schema di nomenclatura che utilizzava, come suffisso di ogni nome che individuava un dato anticorpo monoclonale, le lettere -mab (ad esempio appunto trastuzu-mab). Sono stati introdotti quattro diversi suffissi, che vengono applicati a quattro diverse sotto-categorie, garantendo quindi che vengano meglio evidenziati specifici meccanismi di azione e caratteristiche degli anticorpi monoclonali, che sono a complessità crescente.

Il nuovo schema contribuisce a ridurre ulteriormente il rischio di errori di prescrizione, diversificando maggiormente i nomi assegnati all’elevato numero di anticorpi monoclonali che vengono sviluppati. «Questo articolo – prosegue il professor Rizzi – descrive nel dettaglio la nuova policy implementata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per assegnare il nome INN agli anticorpi monoclonali, che ne riflette la straordinaria complessità, in costante sviluppo grazie ai continui avanzamenti della ricerca. L’impegno ora deve essere quello di garantire, il più efficacemente e velocemente possibile, la conoscenza e comprensione del nuovo schema di nomenclatura, partendo proprio dagli studenti universitari anche attraverso l’utilizzo della SoINN, un obiettivo per il cui conseguimento il nostro Ateneo intende impegnarsi a fondo.»

«L’importanza di un nome riconosciuto globalmente e compreso nella sua natura – conclude la responsabile del programma INN presso l’OMS, dottoressa Balocco – potrà migliorare sia la comunicazione tra gli scienziati sia tra i professionisti sanitari e i loro pazienti, assicurando un corretto e più sicuro uso del farmaco. Come dicevano i romani, nomen est omen.»

    Ultima modifica 4 Agosto 2022

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