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L’impatto della pandemia sulle donne migranti nell’area metropolitana di Milano. Uno studio del CRIMEDIM fa chiarezza
Un progetto di ricerca del CRIMEDIM supportato dalla Fondazione Cariplo esplorerà diverse dimensioni di disuguaglianza di salute sperimentate dalle donne migranti durante la pandemia da COVID-19 nell’area metropolitana di Milano. Lo studio ha ottenuto il riconoscimento di ricercatori esperti nelle migrazioni durante la conferenza “Mondi Migranti” dello scorso 28 aprile.
Di Redazione
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credits © UPO/Archivio di Ateneo
Nel mese di marzo 2023 è stato avviato il progetto di ricerca dal titolo “Being a Migrant Woman During Disasters: A Mixed-method Study Exploring Multidimensional Inequalities During the COVID-19 Pandemic in Northern Italy”, che ha ottenuto il sostegno da parte della Fondazione Cariplo per un importo di 111.300 Euro. Il progetto, che avrà la durata di un anno, porta la firma di Monica Trentin, ricercatrice del DIMET (Dipartimento di Medicina traslazionale) e dottoranda del CRIMEDIM (Centro di ricerca e formazione in medicina dei disastri, assistenza umanitaria e salute globale) dell’Università del Piemonte Orientale. Attraverso questo progetto, CRIMEDIM rinnova l’impegno nella ricerca che si traduce nell’interconnessione tra la ricerca sulla medicina dei disastri e la salute globale.
«Questo lavoro – spiega la dottoressa Trentin – nasce dalla consapevolezza che nel contesto di un disastro alcuni gruppi di persone come donne, anziani, migranti, persone con disabilità o senzatetto, subiscono conseguenze peggiori rispetto al resto della popolazione. Lo scopo di questa ricerca è proprio esplorare le diverse dimensioni di disuguaglianza di salute esperite dalle donne migranti durante la pandemia da COVID-19 nell’area metropolitana di Milano.»
CRIMEDIM ha individuato tre diverse realtà nel territorio milanese utili a informare il progetto, vale a dire il Pronto Soccorso dell’Ospedale “Luigi Sacco” di Milano e le ONG EMERGENCY e DARE. La scelta di queste fonti è stata motivata dal fatto che le persone migranti spesso si affidano proprio ai servizi di emergenza e alle ONG per soddisfare le proprie esigenze di salute.
«Il progetto – chiarisce la dottoressa Trentin – sarà suddiviso in due fasi: una fase di analisi quantitativa e una fase di indagine qualitativa. La prima fase utilizzerà i dati dei servizi di emergenza e delle ONG per esplorare le peculiarità dell’accesso ai servizi da parte delle persone migranti. Nella seconda fase invece verranno intervistate alcune delle donne che hanno frequentato questi centri, e alcuni tra i professionisti del settore socio-sanitario che si sono interfacciati con loro.»
Il team di ricerca ha già prodotto una revisione sistematica della letteratura riguardo l’utilizzo dei servizi di emergenza da parte delle persone migranti. Questo studio, essenziale per orientare la fase di analisi quantitativa, ha ottenuto il riconoscimento di ricercatori esperti nelle migrazioni durante la conferenza “Mondi Migranti,” tenutasi a Milano lo scorso 28 aprile. Un importante punto di forza di questa ricerca risiede nella possibilità di applicare concretamente i suoi risultati. Al completamento del progetto, sarà possibile utilizzare i risultati ottenuti per informare politiche sanitarie e di disaster preparedness volte a tenere in maggior considerazione le esigenze specifiche delle donne migranti.
Per fare fronte alle sfide presentate dalla molteplicità di metodologie e di ambiti di ricerca, CRIMEDIM metterà a disposizione le competenze di un team multidisciplinare. Oltre a Monica Trentin, ad occuparsi del progetto saranno soprattutto Giulia Facci, ricercatrice del DIMET, infermiera con background di ricerca e analisi quantitativa, e Martina Valente, ricercatrice del DISSTE (Dipartimento di Sviluppo Sostenibile e la Transizione Ecologica) e postdoc in salute globale esperta in indagini qualitative.
«Il progetto di ricerca – secondo le ricercatrici – ha la possibilità di aprire nuove prospettive di ricerca e fornire importanti contributi per lo sviluppo di conoscenze nel campo della vulnerabilità delle donne migranti, nonché di fornire informazioni fondate sull’evidenza per la fornitura di servizi su misura per questa categoria.»
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Ultima modifica 1 Giugno 2023
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